Nel mese di settembre del 2017 Giacomo Voli pubblica il suo primo vero disco solista, “Prigionieri Liberi”, registrato insieme ai compagni di avventura per le canzoni in italiano, e scritto a quattro mani con la cantautrice Daniela Ridolfi, che ha avuto un ruolo importante nella realizzazione dei testi. Il finanziamento del disco è stato possibile grazie al successo della campagna di Crowdfunding su “MUSICRAISER” durata 2 mesi, nella quale ha sforato l’obiettivo economico e superato il numero di fan necessari per ricevere una proposta di distribuzione discografica da BELIEVE DIGITAL. Giacomo Voli non ha un canale ufficiale VEVO, scopri come attivare il tuo canale VEVO e monetizzare i videoclip!
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Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché?
Ho cominciato a cantare a 17 anni, grazie all’amore per i Queen, li ascoltavo già da molto piccolo, grazie ai vinili dei miei genitori! Da quando mi sono lanciato nel canto è stata un’evoluzione, fino ad arrivare qui!
Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli.
Con le band di amici, cover e tributi al rock che amavo, Queen, Toto, Van Halen… Ma anche progetti di musica inedita prog-metal, musical… insomma, di tutto!
Qual è il tuo genere musicale?
Diciamo che credo di avere una voce adatta per lavorare in zone un po’ complicate rispetto ai registri maschili, perciò ho sempre provato curiosità per i vocalist potenti e acuti, così mi sono focalizzato sul rock-metal melodico, credo proprio di poter dire che mi sento così.
Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Tantissimi! Sicuramente il primo amore è per Freddie Mercury e i Queen, l’incredibile Paul Rodgers, Led Zeppelin, Deep Purple e Whitesnake, poi Bobby Kimball e tutta la storia dei Toto, Aerosmith, Steve Lee, Michael Kiske e Kai Hansen, Andrè Matos, i Van Halen, Pink Floyd…
Potrei continuare per molto tempo!
Hai pensato di mettere insieme una band per i live?
Fortunatamente è già così! Quando mi muovo come solista sono accompagnato da musicisti d’eccezione: Riccardo Bacchi alla chitarra, Michele Vinci chitarra ritmica e cori, Federico Festa al basso e Demis Castellari alla batteria.
Che cosa nei pensi dei Talent Show?
Penso che, nel mio caso, se non fosse stato per l’occasione che ho vissuto grazie ad uno di essi non sarei qui. E’ un modo molto diretto per arrivare ad un pubblico gigantesco, ma ha molti più “contro” che “pro”. Bisogna perciò viverli con intelligenza, sfruttare queste occasioni per promuovere la propria musica grazie alla visibilità del momento, e poi tirarsi su le maniche e vivere la VERA avventura!
Cos’è la musica per te?
Tutto… il mio cervello ormai è attento ad ogni forma di musica, nelle voci che ascolto parlare, in un testo ben scritto, nei suoni che ascolto durante la giornata. La musica si muove in modo trasversale per me, una vera ossessione. Una dea irrequieta e dolcissima che chiede sacrifici nei luoghi e negli orari più improbabili, ma che ti ripaga sempre.
Descrivi il tuo singolo in 3 parole.
Manifesto d’amore costruttivo.
Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
Sicuramente per un nuovo disco ci sarà un’attesa lunga, forse per il 2019 è più realistico. Per il singolo invece dipenderà dalla possibilità di realizzare un videoclip, spero presto perciò!
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Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
Fortuna vuole che con Rhapsody of Fire (per i quali sono frontman) ci sia molto lavoro nel mondo, e non vedo l’ora di partire per il tour europeo di ottobre-novembre. Anche come solista ho cantato all’estero e chissà che con il nuovo disco non si riesca ad ottenere qualche nuova occasione!
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