Akkin è un artista che ha saputo combinare la passione per la musica con la sua dedizione al mestiere di session man. Con una carriera che abbraccia vari generi musicali e una profonda esperienza nel mercato giapponese, Akkin si distingue non solo come chitarrista solista ma anche come collaboratore in molti progetti musicali di successo, tra cui dischi e sigle di anime. In questa intervista, ci racconta la sua storia, la sua visione della musica e il suo percorso da musicista indipendente.
1. Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché?
Ho iniziato all’età di 14 anni, quando per la prima volta ascoltai un album di una band chiamata Europe e da lì mi innamorai subito del loro chitarrista Kee Marcello e del suono della sua chitarra. Da lì iniziai ad ascoltare molto rock, hard rock ed heavy metal e non passò molto tempo prima che decidessi di diventare un chitarrista. Infatti, due anni più tardi, ero già stato rapito da questo strumento a tal punto che passavo le mie giornate a suonare dalle 8 alle 10 ore al giorno, diversamente rispetto ai miei coetanei che uscivano a divertirsi.
2. Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica?
Iniziai a 16 anni muovendo i primi passi come musicista, e da lì a poco formai con un amico la mia prima band punk rock in stile Green Day, Goo Goo Dolls, ecc., ma durò poco. Così, pochi mesi dopo, formai la mia prima band metal (nel frattempo ero migliorato come chitarrista) chiamata Mormegil, esperienza che durò 3 anni. Purtroppo, anche con loro finì, ma un anno dopo creai un progetto pop rock chiamato The Nothing Sensei, che durò circa 6 anni. Chiusa anche questa parentesi, decisi di lavorare alle mie composizioni come solista. Ho inciso un paio di EP e grazie a questi lavori, 3 anni fa, sono entrato nel mondo del turnista o session man per il mercato musicale giapponese, suonando in molti dischi e sigle di anime. Ad oggi, lavoro ancora come session man, portando avanti la mia attività solista.
3. Qual è il tuo genere musicale?
Credo di avere molti stili di riferimento, quindi darti un solo genere musicale sarebbe riduttivo. Nell’arco della mia esperienza musicale, ho ascoltato molti generi, passando dall’heavy metal al pop più commerciale. Infatti, quando compongo, non mi pongo limiti di genere. Ti posso dire che il genere musicale a cui sono più legato è il rock e tutto il suo calderone, perché è quello che mi ha iniziato, ma amo anche il pop, il blues. Anche perché, essendo un session man, devo sapermi adattare a qualsiasi tipologia di lavoro a cui vengo affidato.
4. Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Ce ne sono molti, anche qui, e non sono solo chitarristi. Ma se devo citarne alcuni, potrei dirti Kee Marcello degli Europe, Richie Sambora, Tommy Emmanuel, Satriani e molti altri…
5. Ti stai già esibendo? Raccontaci se parteciperai a qualche evento o se hai in programma qualcosa di nuovo.
Suono dal vivo poco, essendo un session man che lavora sui dischi, quindi suono spesso in studio. Però ho partecipato ad alcune manifestazioni come il Rimini Comix, la Milano Games Week ed eventi legati alla mia attività da session per il Giappone, ma non escludo che in futuro possano esserci ulteriori possibilità di esibirmi.
6. Cosa ne pensi dei Talent Show?
Credo che, se usati per trovare davvero “talenti”, possano essere utili. Ma sinceramente non vedo nulla di tutto ciò oggi, perché sono format usati solo per pubblicizzare musica che, a mio modesto parere, non ha nulla a che fare con il vero talento musicale. Nel nostro paese ci sono un’infinità di musicisti di grande caratura, ma purtroppo sono costretti a restare nell’ombra e nell’underground musicale, perché i discografici seguono solo ed esclusivamente i trend del momento, proponendoci musica scritta dai soliti compositori e prodotta dai soliti produttori. Cosa che, per mia esperienza, non accade in altri paesi, come il Giappone, per il quale lavoro. Ormai sono 20 anni che, eccetto rari casi, nel mondo musicale non si ascolta qualcosa che possa essere chiamato tale, sono bit ripetitivi e rime parlate…
7. Cos’è la musica per te?
È un veicolo per emozionare ed emozionarsi. Chiunque scriva o esegua musica lo fa per esprimere qualcosa e creare delle emozioni a chi lo ascolta. Ecco perché la musica, come qualsiasi forma d’arte, è un veicolo per comunicare qualcosa. Non importa quale sia il sentimento, l’importante è la comunicazione. O perlomeno è quello che la musica ha sempre dato a me.
8. Descrivi il tuo ultimo singolo con 3 parole.
Il disco uscirà il 19 aprile e credo che pubblicherò più singoli, ma se devo scegliere delle parole per questi brani direi che sono la somma di questi ultimi anni di esperienze musicali:
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Eccitanti
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Favolosi
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Appaganti!
Ma questo non spetta a me dirlo, aspettiamo il feedback di chi li ascolterà…
9. Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
Il mio nuovo album “Jupiter Song” uscirà il 19/04/2025 e conterrà 9 brani strumentali che spaziano dal rock al pop melodico. Sarà disponibile in versione digitale su ogni piattaforma e in versione LP con bonus inclusi.
10. Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
Certamente! Anche perché serve usare ogni mezzo per promuovere la propria musica e cosa c’è di meglio se non farlo fuori dal proprio paese per raggiungere molte più persone? Le famose “tournée” esistono per questo!
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