Chiara Ragnini è una cantautrice genovese. Nel 2011 è fra i 40 finalisti di Area Sanremo e fra i vincitori del progetto AscoltAutori, curato da Franco Zanetti e Universal Music Publishing; nel 2010 è la vincitrice del Premio Miglior Autore ai Sanremo Music Awards, della rassegna Radar Talent Interceptor (La Stampa), con cui ottiene una settimana di perfezionamento musicale con compositori, autori e giornalisti (M. Cotto, F. Zanetti, F.Fasano, A. Salerno) e del Premio Sergio Endrigo – Targa Siae al Biella Festival dedicato alle nuove proposte autorali. Nel 2012 il suo progetto musicale viene insignito di numerose targhe di riconoscimento: Premio Miglior Autore al Festival del Piave, Targa di Riconoscimento al Premio Musicale Città di Ventimiglia e Premio Stella Fuorimetrica al Fuorimetrica Festival.
Ha collaborato negli anni con numerosi artisti e condiviso il palco con Zibba, Dolcenera, Yo Yo Mundi, Povia, Andy, Mauro Ermanno Giovanardi, Tricarico, Irene Fornaciari, Francesco Baccini. Attualmente è impegnata nella realizzazione del suo secondo lavoro discografico.
Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché?
La musica è sempre stato il mio modo naturale di comunicare e raccontarmi al mondo. Non esiste per me un mezzo più efficace, essenziale e ricco come quello composto da parole e note. Al canto, atto liberatorio e terapeutico, si affianca la scrittura di canzoni, che mi accompagna dall’adolescenza. La musica sarà sempre la mia linfa vitale, creativa ed emotiva.
Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli.
Sono nata e cresciuta a Genova, prima di trasferirmi, a 26 anni, nel ponente ligure, al confine con la Francia. Ho cominciato a suonare il piano da autodidatta da piccolissima, riproducendo ad orecchio le canzoni dei cartoni animati e quelle che i miei genitori ascoltavano in casa. In seguito, ho affiancato allo studio della chitarra quello del canto, studiando con l’obbiettivo di migliorarmi ogni giorno di più. A 14 anni ho avuto la possibilità di esibirmi già su palchi importanti della città, grazie alla scuola di musica nella quale seguivo i corsi. La gavetta è iniziata molto presto e non è ancora terminata.
Qual è il tuo genere musicale?
Sono una cantautrice che ama sperimentare e contaminare le proprie composizioni con l’elettronica. Se dovessi inquadrarmi, mi definirei un’artigiana del pop d’autore, ultimamente più electro-pop, che cerca di conferire un taglio moderno ed immediato alle sue composizioni.
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Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Sono tanti gli artisti e gli autori che seguo e che mi hanno accompagnato nella mia crescita personale ed artistica, a partire dai grandi cantautori come Lucio Dalla fino agli artisti che mi appassionano oggi, come tutti gli esponenti della “scena romana” (penso a Gazzè, Silvestri, Fabi), fino ad arrivare ad ascolti internazionali legati all’ambito dell’elettronica, del soul, dell’r’n’b e, naturalmente, del pop. Da adolescente ho avuto i miei periodi più metallari e punk, ma crescendo mi sono avvicinata ad artisti che fossero in grado di emozionarmi anche con le parole, oltre che con la musica. Dovessi farvi qualche nome, citerei Vinicio Capossela, Sting, Gian Piero Reverberi, i Subsonica, Samuele Bersani, i Rammstein.. come vedete, i miei ascolti sono molto variegati.
Hai pensato di mettere insieme una band per i live?
Certamente: la mia formazione attuale è composta da un power trio, basso, batteria e chitarra, sia elettrica che acustica. In futuro, date le sonorità del prossimo disco, avrò indubbiamente bisogno di nuove figure da coinvolgere, per riuscire a portare dal vivo l’atmosfera electropop volutamente cupa del mio nuovo album.
Che cosa nei pensi dei Talent Show?
Credo che demonizzare a priori un prodotto televisivo sia sbagliato. Il contesto non è il medesimo che si abbraccia suonando dal vivo in un locale o in un teatro, è una situazione nella quale la musica fa da contorno per privilegiare un riscontro immediato con il pubblico, che ha bisogno di identificarsi con i personaggi che si trova di fronte. E’ una strada che personalmente non scarterei a priori, perchè la visibilità che offre in cambio è unica e difficilmente raggiungibile, oggi. Andrebbero, però, affrontati con una certa maturità e consapevolezza, non solo artistiche ma soprattutto personali: è bello giocare col fuoco ma si rischia di bruciarsi presto.
Cos’è la musica per te?
La musica è, per me, condivisione e confronto, è la magia di cantare di fronte ad una platea attenta e ascoltatrice, è la scrittura di una canzone alle 2 di notte, il prendere appunti in macchina per un’idea che nasce nel traffico quotidiano, il silenzio e la pausa dopo un assolo di pianoforte, una lacrima che scende dopo una parola che arriva dritta al cuore.
Descrivi il tuo singolo in 3 parole.
Efficace, diretto, energico
Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
Ho terminato pochi giorni fa le registrazioni del nuovo album, completamente diverso dal precedente: sono passata da sonorità totalmente acustiche ad arrangiamenti più moderni ed elettronici. Le prossime settimane saranno dedicate a missaggio e mastering, con l’obbiettivo di pubblicare il primo singolo del disco entro la primavera. L’uscita dell’album è prevista per il prossimo anno, entro l’estate.
Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
Se si trattasse di un’esperienza breve, ma intensa, si. Non è mai stata mia intenzione propormi al di fuori dei confini nazionali ma se avessi l’occasione di far ascoltare le mie canzoni all’estero non direi di no, anzi. Le mie radici, però, sono qui e l’intenzione è di farle crescere nel nostro paese.
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